Resoconto spedizione 14 – 22 febbraio 2015 – Ospedale Mobile
La settimana trascorsa in Kenya nella seconda metà di febbraio ha visto rispettati tutti gli impegni e gli incontri programmati e ha registrato ottime conferme, interessanti novità e materia su cui lavorare nei prossimi mesi.
Ospedale mobile – incontro con i responsabili della sede di Malindi della Red Cross del Kenya: all’incontro con il dott. Hassan, responsabile dell’area della contea di Kilifi, erano presenti Miss Purity della K.R.C.S., responsabile del progetto “Saving Lives at Birth”, Angela e Roberto Godas per TotaLife, Roberta Accampi della consorella associazione A.M.A. di Brescia e Hilary Mazzon insostituibile guida, interprete e amica dell’associazione Karibuni onlus di Como. Nel corso dell’incontro, che faceva seguito al precedente incontro tenutosi a Malindi nel mese di Luglio 2014, è stata effettuata preliminarmente una verifica sull’andamento della Campagna contro la Tungiasi, cofinanziata da TotaLife e Karibuni ed iniziata nel mese di gennaio c.a.. Abbiamo rilevato con soddisfazione che tutto procede nella massima regolarità: le visite nelle scuole e nei villaggi rispettano il calendario stabilito e le presenze dei bambini e degli adulti da curare vanno oltre le migliori aspettative. L’incontro è proseguito con gli approfondimenti sull’ipotesi di finanziare, in collaborazione con altre associazioni, l’allestimento di una “mobile clinic” (ospedale mobile) da affidare alla K.R.C.S. (Croce Rossa del Kenya) sede di Malindi. L’idea della mobile clinic è nata l’anno scorso durante il precedente incontro che, dopo un’iniziale perplessità dovuta alla singolarità della proposta, ha iniziato a prendere sempre più forma soprattutto dopo aver visto all’opera la K.R.C.S. e i suoi volontari durante la “Anti Jigger Campaign” (Campagna contro la pulce, chiamata in Africa jigger). Certamente sono molto rilevanti il radicamento della K.R.C.S. sul territorio, la capacità di rilevare i bisogni medici primari, la preparazione a progettare campagne molto capillari per affrontare e soddisfare tali bisogni, di renderle conosciute e di farsi attendere sul territorio. Alla luce dell’esiguo numero, rispetto alla popolazione, di persone che raggiungono gli ospedali in “muratura” dovuto, oltre che a ragioni culturali, anche al costo rilevante per raggiungerli, ci è parso opportuno effettuare gli approfondimenti del caso. Abbiamo ricevuto dal dott. Hassan una prima bozza del progetto, in attesa di riceverne una condivisa con la sede di Nairobi ed anche uno schema di accordo da sottoscrivere. Come dicevamo anche questo progetto, se rispetterà le nostre aspettative, sarà condiviso con altre associazioni consorelle, per cui rimaniamo in attesa anche delle loro determinazioni che dovranno iniziare a sostanziarsi nel prossimo mese di aprile.